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MessaggioTitolo: Documento del Rotary Club...   Documento del Rotary Club... Icon_minitimeVen Set 26, 2008 8:01 pm

Un nuovo modello di sviluppo
Il progresso economico ha cambiato radicalmente il volto del pianeta, nell’ultimo 0,01 per cento della storia dell’umanità (dal 1750 ad oggi), che è di 2,5 milioni di anni, è stato creato il 97 per cento dell’attuale ricchezza dell’umanità. Per quanto tempo potrà continuare la crescita? L’insostenibilità fisica ed ecologica deriva dalla finitezza delle risorse e delle emissioni tollerabili. L’insostenibilità sociale deriva dalle diseguaglianze e conseguenti insoddisfazioni rese più percepibili dalle spinte all’aumento della ricchezza.
L’insostenibilità finanziaria deriva dalla pretesa di accumulare nel presente risorse ancora inesistenti anticipate da debiti accesi verso il futuro. La globalizzazione ha mercatizzato lo spazio, mentre la finanziarizzazione ha mercatizzato il tempo. Il volume delle attività finanziarie supera il livello del PIL 10 volte negli USA; 12 volte in Giappone; 7 volte in Italia; 8 in Germania; 9 in Francia. Lo stock finanziario mondiale tende a 53.000 miliardi di dollari, il triplo del valore previsto della produzione mondiale. La causa prima dell’eccessiva finanziarizzazione dell’economia è stata la completa liberalizzazione dei movimenti di capitale dei primi anni ottanta, una concausa è rappresentata dalle tecnologie informatiche che consentono di spostare capitali istantaneamente da un punto all’altro del mondo.
La linea portante dei mercati finanziari è il ricorso sistematico all’indebitamento, che rinvia al futuro le incertezze del presente, si mercatizza il futuro.
Lo sviluppo della finanza ha determinato una forte inclinazione al rischio per milioni di persone ed un mostruoso ingigantirsi di debiti. Le informazioni sui mercati finanziari sono asimmetriche, non accessibili a tutti in ugual misura. I protagonisti della finanziarizzazione sono gli americani ed i cinesi. Gli americani consumano più di quanto producono e consentono ai cinesi di produrre più di quanto consumino. Entrambi sostengono la domanda mondiale. La maggior parte del risparmio mondiale affluisce nel paese più ricco del mondo e le risorse cinesi sono investite in titoli americani piuttosto che in consumi ed investimenti destinati a migliorare la qualità della vita a milioni di cinesi.
Altro colossale fenomeno di indebitamento riguarda i paesi in via di sviluppo.
Dal 1975 al 1987 si sono susseguite 212 crisi finanziarie.
La finanza fornisce all’economia un’immagine distorta, lontana dall’economia reale esiste un volume di attività finanziarie pari a 3 o 4 volte i volumi dell’economia reale.
Oggi l’1% della popolazione mondiale possiede il 40% della ricchezza del pianeta;
Il 2% della popolazione mondiale possiede più del 50% della ricchezza del pianeta Il 10% della popolazione mondiale possiede l’85% della ricchezza del pianeta.
Da quanto sin qui esposto scaturiscono le 5 domande che l’economia politica e chiunque abbia a cuore il futuro del pianeta dovrebbe porsi:

1) Può la crescita economica essere oggi semplicemente fermata atteso il livello così schiacciante di ingiustizia sociale e di insostenibilità ambientale?
2) Quale obiettivo bisogna porre ad un riequilibrio sostenibile della distribuzione della ricchezza? (Se i paesi poveri di oggi volessero raggiungere la parità di reddito e ricchezza degli U.S.A., o del Giappone non basterebbero 4 pianeti)
3) Qual è la misura di ineguaglianza sociale sostenibile per conseguire la sostenibilità ecologica.
4) Se si decidesse di voler ridurre il grado d’iniquità oggi esistente quali strumenti di trasferimento di ricchezza dai paesi ricchi a quelli più poveri. bisognerebbe attuare?
5) Verso quale tipo di sviluppo qualitativo ,diverso dalla crescita quantitativa,deve essere orientata l’economia

Sono questi i temi di riflessione su quale modello di sviluppo economico bisognerà perseguire, quello basato sulla crescita e sull’accumulazione non è più sostenibile.
L’economia deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa.
E’ questo il tema dell’anno sul quale sollecito le vostre riflessioni.
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